
La Roma ottocentesca ha fornito un ricco repertorio di protagonisti, figure e attori per il romanzo storico che nel corso del XIX secolo vede la sua affermazione a livello europeo, specialmente nel genere della cronaca nera e dei cosiddetti fait-divers.Il volume intende iniziare una ricognizione di tale narrativa di ambientazione romana, riconducendola a diversi contesti, da quelli del cattolicesimo intransigente agli autori stranieri e italiani che alimentarono il genere anticlericale dei “Misteri” a partire dal fortunato modello LesMystères de Paris di Eugène Sue.L’attenzione si concentra altresì su alcune precise personalità del tempo, analizzandone le “trasformazioni discorsive” da essi subite nel momento in cui diventarono “maschere”, veri e propri stereotipi della narrativa finzionale della seconda metà dell’Ottocento.Ne emerge un doppio livello di lettura: da un lato, quello legata alla realtà politica, economica e sociale della “città del papa” avviata a trasformarsi nella capitale della nazione italiana; dall’altro, il collegamento tra questo immaginario romano e la circolazione di analoghi clichés e modelli letterari nel contesto europeo.
UNIVERSITA' DEGLI STUDI ROMA "TOR VERGATA"





The Roman Republic of 1849 is one of the most exciting moment of the heroic season of the Italian Risorgimento, a short adventure in which the contemporaries recognized the opportunity to realize ideals of freedom, tolerance and democracy. This research aims to analyses the role played by religion in the political and social experiment that started in Rome after the pope’s escape, when it was necessary to redefine relations between civil and religious authorities, as well as the role of religion itself in society: a task not at all easy if applied to a State reality, where political and religious powers had been superimposed for centuries, but that will set an inescapable precedent for the subsequent attempts to build a secular State.
Frutto di ricerche svolte tra Roma, Durham e Città del Messico, ma condotte anche in Spagna, Francia, Germania, Ungheria e negli Stati Uniti, il catalogo della mostra Roma en México / México en Roma: Las academias de arte entre Europa y el Nuevo Mundo (1843-1867) indaga sotto nuova luce le strettissime relazioni che nel campo delle arti figurative l’Accademia di San Carlos di Città del Messico stabilì con la scena artistica cosmopolita di Roma alla metà dell’Ottocento. Per oltre vent’anni, pittori, scultori, architetti messicani in fieri si educarono in Messico e a Roma seguendo il modello ‘purista’ dell’allora ancora indiscussa capitale universale delle arti. Le loro opere rappresentano 
Roma, dalla fine del Quattrocento alla fine dell’Ottocento, è una città-laboratorio. Un luogo dove, più che altrove, la storia locale diviene storia mondiale. Centro universale della cristianità e dell’orbe cattolico, capitale votata all’esaltazione della propria missione cosmopolitica, Roma resta però anche una città ‘normale’, il luogo di quel reticolo di relazioni, culturali, politiche, economiche e antropologiche, che rende ogni spazio urbano uno spazio dinamico, vitale. Solo mettendo a confronto queste due dimensioni riusciamo a comprendere l’ineludibile singolarità della ‘città eterna’. Il libro intende per l’appunto ripercorrere problemi e forme, eventi e dinamiche della storia della capitale dello Stato della Chiesa ricostruendo l’evoluzione delle strutture cittadine, della vita e delle consuetudini quotidiane dei Romani, dei flussi di pellegrini e dei viaggiatori. Un panorama complessivo in cui trovano spazio le trasformazioni del tessuto urbano e della società, i luoghi dell’aggregazione intellettuale e le dinamiche linguistiche e dialettali, le componenti di gender e quelle delle diverse nationi, nonché le forme di rappresentazione e di autorappresentazione, interne ed estere, dell’Urbe. Un ritratto, insomma, di una capitale che c’interroga sulla natura e sulle identità delle città mediterranee, plurali per natura, cosmopolite per storia.


Nel 1809 Napoleone conquistava Roma proclamandola “seconda città dell’Impero” dopo Parigi. Per un lustro, fino al crollo dell’Impero nel 1814, la “città del papa” divenne così simbolo e terreno di sperimentazione delle forme imperiali generate dalla “missione civilizzatrice” francese in Europa e nel Mediterraneo.